La Casa del Volontariato di San Prospero, in provincia di Modena, si trova nei pressi del Municipio, in prossimità dell’incrocio tra Via Pace e la Strada Statale 12, elemento fondamentale della viabilità locale, più nota come Canaletto. L’edificio è la nuova sede del centro di servizi della Croce Blu e della Protezione Civile e, più in generale, del volontariato di San Prospero e, in quanto bene comune per la collettività, di prioritario interesse per l’Amministrazione Comunale.
La realizzazione della viabilità di servizio e la sistemazione dell’area esterna dell’immobile si collocano come opera di completamento di un processo di edificazione iniziato dall’Amministrazione Comunale a seguito del terremoto del 2012, le cui scosse avevano peraltro reso inagibile la vecchia sede dell’Associazione, e di riqualificazione dell’intera area modificata a seguito degli interventi realizzati in occasione dei sismi del Maggio 2012.
Tale intervento, ritenuto necessario per la completa e perfetta fruizione della struttura, è stato fortemente voluto dall'Amministrazione Comunale.
Il progetto di completamento e la nuova conformazione planimetrica dell’area esterna, rispetto all’originale ipotesi progettuale, è stato ideato dall’Arch. Mario Pisante, responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune, che ha curato le scelte progettuali, architettoniche e, al contempo, la scelta dei materiali nella sua figura anche di Direzione dei Lavori.
L’area interessata si colloca a confine con quella di pertinenza della storica Villa Tusini, uno degli edifici simbolo della e per la città di San Prospero, e in quanto tale, soggetta a vincolo dalla Soprintendenza. Il complesso architettonico di Villa Tusini, con il suo splendido bosco, è composto dalla Villa padronale e da edifici pertinenziali satellite, tra cui la casa del custode, la serra e alcune costruzioni agricole, tutte racchiuse a corte da una cinta muraria. La Villa è stata costruita nel 1822 dai fratelli Tusini mentre il parco è stato istituito nel 1989 dall’Amministrazione Comunale, con l’intento di recuperare i due ettari e mezzo di verde che circondavano la proprietà e di farne la “dimora” di ben 4260 alberi e 1550 arbusti di diversa specie, diventando nel tempo parte integrante dell’intero complesso edilizio.
Dato pertanto il particolare contesto in cui si operava, la soluzione progettuale doveva conciliare la duplice esigenza di garantire la possibilità di un accesso dedicato ai mezzi di pronto soccorso della Croce Blu e di emergenza della Protezione Civile e, al contempo, operare in modo tale che l’intervento determinasse il minor impatto paesaggistico-ambientale e rispettasse tutti i vincoli imposti alle zone limitrofe, determinando la migliore integrazione architettonica possibile con lo storico complesso architettonico di Villa Tusini.
Permeabilità del sottosuolo, rispetto del paesaggio, assenza di contaminanti
La scelta progettuale è ricaduta su materiali innovativi, permeabili e alternativi al classico asfalto drenante, che si integrassero perfettamente con il contesto, anche da un punto di vista estetico, e consentissero il naturale deflusso delle acque meteoriche, senza alterare le caratteristiche di permeabilità del sottosuolo.
“A seguito di una prima analisi progettuale e di valutazioni puntuali sui materiali rispondenti alle esigenze sopra descritte, effettuate avvalendomi anche della collaborazione di Abdullah Talha Pekdemir, titolare di Ediltekno, Impresa affidataria dell’esecuzione dei lavori, ho optato per una soluzione drenante continua i.idro DRAIN, ritenuta un’innovativa formulazione di calcestruzzo in grado di drenare l’acqua e offrire il vantaggio della possibilità di conferire al materiale una colorazione che si integrasse perfettamente con il contesto paesaggistico-ambientale per effetto del vincolo della Sovrintendenza, senza alterare l’aspetto materiale in cui si inserisce, conferendo una particolare valenza estetica combinata alla resistenza di una pavimentazione in calcestruzzo, avente un'ottima capacità drenante”, - afferma l’Arch. Pisante.
La scelta di i.idro DRAIN, la soluzione drenante venduta in sacco da Italcementi e in betoniera da Calcestruzzi, è stata determinata proprio dalle sue caratteristiche tecnico-ambientali, perché restituisce al terreno le acque piovane, ricaricando le falde acquifere e, a differenza delle pavimentazioni in asfalto, non contiene olii ed altri agenti inquinanti che rischierebbero di essere trascinati dalla pioggia verso torrenti, fiumi e mari, e inoltre garantisce la compatibilità con le caratteristiche materiche dell’area in cui si opera, il decoro dell’aspetto architettonico e il rispetto dei vincoli paesaggistici.
“L’intervento – precisa l’Arch. Pisante - mira a risolvere le criticità presenti allo stato attuale legate alla necessità di regolamentare il traffico dei mezzi di soccorso e la sosta nonché valorizzare, salvaguardare e potenziare le peculiarità e i valori funzionali ed espressivi propri del complesso edilizio costituito dal Municipio e dalla Casa del Volontariato, tracciando un confine ben definito e delimitato verso Villa Tusini e l’area soggetta a vincolo, conferendogli una regolarità planimetrica che caratterizza la stessa area ed assicurando una continuità urbanistica e relazionale tra quest’ultima e gli edifici che insistono sull’area in cui si opera”.
L’intervento prevede anche il ripristino a verde della fascia confinante con il parco della Villa, che corre parallelamente a via Pace, dove era stata realizzata, in fase di emergenza post terremoto, una via di accesso asfaltata ai moduli scolastici prefabbricati ivi collocati per ospitare le scuole elementari e medie del paese, rese inagibili dai sismi del Maggio 2012 (oggi rimossi).
Precisa ancora l’Arch. Pisante: “Anche il rispetto dell’area boschiva presente e delle essenze arboree esistenti è stato uno dei motivi ispiratori del progetto. Proprio per questo è stato scelto un materiale che consentisse la permeabilità del suolo, non alterasse, anzi migliorasse le condizioni di vitalità del sottosuolo, in funzione delle alberature limitrofe e della gestione delle acque piovane, anche con la previsione di ampliare le aree verdi con il futuro impianto di nuove ed ulteriori alberature”.
Aggiunge: “L’intervento quindi, oltre a restituire ai cittadini la piena fruizione del complesso edilizio con nuove e migliori funzioni urbane, avrà anche un impatto positivo dal punto di vista ambientale, con il miglioramento della gestibilità del ciclo delle acque piovane grazie alla presenza delle superfici drenanti e permeabili, il ripristino delle aree verdi e la scelta della cromia del prodotto, consentendo un'uniformità cromatica in linea con le esigenze della progettazione prima ampiamente descritte e della location. I due modus operandi adottati per la progettazione, il rispetto della permeabilità del terreno e la sostenibilità dell’area, da una parte e la definizione della cromia e durabilità nel tempo, dall’altra, sono stati determinanti per una soluzione ottimale”.
Scelte sostenibili per puntare a una mobilità sostenibile La scelta di un prodotto drenante è importantissima, perchè non si può continuare a parlare di impermeabilizzazione del suolo e poi investire centinaia di milioni di euro in strade per la moblilità secondaria (e per quella lenta) inserendo nei capitolati pubblici soluzioni che non aiutano ad aumentare la resilienza di un territorio. Le pavimentazioni drenanti oltre a favorire una maggiore gestione delle acque reflue, impediscono l'inertizzazione del terreno sottostante, che continua invece a vivere, le risalite di acqua (che portano poi ai crolli improvvisi del manto stradale) e i movimenti verso l'alto delle radici. Più ambiente, più durata, più resilienza. Come dimostra questo interessante caso pubblicato anche sul sito di Italcementi. Andrea Dari, editore di INGENIO
La scelta di un prodotto drenante è importantissima, perchè non si può continuare a parlare di impermeabilizzazione del suolo e poi investire centinaia di milioni di euro in strade per la moblilità secondaria (e per quella lenta) inserendo nei capitolati pubblici soluzioni che non aiutano ad aumentare la resilienza di un territorio. Le pavimentazioni drenanti oltre a favorire una maggiore gestione delle acque reflue, impediscono l'inertizzazione del terreno sottostante, che continua invece a vivere, le risalite di acqua (che portano poi ai crolli improvvisi del manto stradale) e i movimenti verso l'alto delle radici. Più ambiente, più durata, più resilienza. Come dimostra questo interessante caso pubblicato anche sul sito di Italcementi.
Andrea Dari, editore di INGENIO
Una conferma viene anche da Abdullah Talha Pekdemir, titolare di Ediltekno, Impresa con sede a Carpi, specializzata nella realizzazione di scavi, opere di urbanistica e pavimentazioni esterne, che dal 2016 opera in Emilia Romagna: “La colorazione a cui si è giunti grazie alla collaborazione con i tecnici del laboratorio di i Italcementi, che hanno studiato la formulazione corretta e quanto più possibile vicina a quella delle terre circostanti, rende la via di accesso simile ad una strada campestre, pur mantenendo tutte le caratteristiche proprie di una pavimentazione in calcestruzzo permeabile all’acqua. La pavimentazione in calcestruzzo drenante scelta, i.idro DRAIN, soddisfa non solo i requisiti estetici imposti dalla progettazione ma assicura una elevata capacità drenante (con picchi di oltre 1000 litri per metro quadro al minuto, un valore 100 volte superiore a quello di un normale terreno), senza dare problemi di capacità meccaniche, riuscendo a drenare grandi volumi di pioggia, oggi sempre più frequenti, limitando, nei mesi invernali, le possibilità che sulla pavimentazione si formino fenomeni di gelicidio dovuti a ristagni d’acqua indesiderati e riducendo, in quelli estivi, il gradiente di temperatura al suolo. Un prodotto di facile posa che mi ha lasciato molto soddisfatto sia dal punto di vista estetico che qualitativo”.
Il progetto, come da richiesta normativa, ha previsto anche la necessaria realizzazione di un’area di circa 100 m2 destinata al lavaggio delle autoambulanze. “In questa area – ribadisce l’Arch. Pisante -, pur mantenendo le specifiche di cui sopra, vi era tuttavia l’esigenza di creare una pavimentazione impermeabile per non disperdere nel sottosuolo i prodotti chimici, nocivi ed inquinanti, derivanti dal lavaggio degli automezzi, convogliandoli in appositi canali per il deflusso”.
Per garantire l’impermeabilità di questa porzione di pavimentazione ed impedire la contaminazione del terreno con la percolazione dei liquidi nocivi, il mix design del calcestruzzo è stato opportunamente modificato dai tecnici di Calcestruzzi spa, mantenendo la cromia, la fattezza e la rugosità del drenante. Inoltre è stata isolata la parte sottostante della pavimentazione con apposita guaina impermeabile.
Sottolinea in ultimo l’Arch. Pisante: “Abbiamo avuto ottimi risultati dei prodotti posati; alcune prove eseguite con l’Impresa e i tecnici della Calcestruzzi spa, per verificare la permeabilità dell’area in cui è stato impiegato il calcestruzzo drenante, hanno confermato la capacità di permeare l'acqua al 100% su tutta la superficie”.
“Come Calcestruzzi, siamo particolarmente orgogliosi di aver contribuito alla riqualificazione di un’area così importante per il bene della comunità tutta del paese, un’opera dell’Amministrazione Comunale per il Comune di San Prospero - ha commentato Marco Sandri, product manager per le pavimentazioni di Italcementi e Calcestruzzi -. Sostenibilità ambientale, generazione di valore urbano e miglioramento della vivibilità cittadina sono i tre concetti chiave alla base dell’approccio di Calcestruzzi e di Italcementi al mercato, resi possibili grazie a prodotti innovativi, altamente performanti, che contribuiscono alla trasformazione e alla riqualificazione del tessuto urbano. i.build, la nostra business unit specializzata nelle pavimentazioni, ha seguito il lavoro dalla proposta iniziale all'acquisizione, fino alla posa del materiale, instaurando un dialogo particolarmente costruttivo sia con l’Impresa che con il progettista, consentendo alla Committenza di portare a termine interventi di riuso e rigenerazione urbana del territorio per aumentare l'attrattività e la riqualificazione del costruito secondo criteri di sostenibilità e compatibilità con l’esistente”.
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