Siccità, l’Umbria fa ricorso a nuovi pozzi e alle autobotti. La regione è in stato di“grave deficit idrico” e la Protezione civile nazionale ha assegnato 2,8 milioni per un piano straordinario con interventi mirati. In più la presidente della Regione, Donatella Tesei, è nominata commissario delegato per la realizzazione. L’atto (ordinanza 909) fa seguito al riconoscimento dello stato di emergenza. “Il territorio della regione Umbria - riporta l’ordinanza - è interessato da un lungo periodo di siccità, causato dalla eccezionale scarsità di precipitazioni pluviometriche nel corso dell’anno 2022 e dall’incremento anomalo delle temperature che ha determinato una rilevante riduzione della disponibilità idrica”. Da qui il “grave deficit idrico in progressiva estensione, anche nei territori ricadenti nel bacino del distretto dell’appennino centrale, con particolare riferimento al territorio della regione Umbria per il quale è già stata dichiarata la condizione di severità idrica elevata”, è scritto nell’ordinanza. Sempre in Umbria “si è reso necessario ricorrere a prime e immediate misure di mitigazione del rischio che, tuttavia, non hanno contenuto in maniera efficace gli effetti della crisi idrica in atto anche in considerazione delle elevate temperature rilevate che hanno incrementato notevolmente i prelievi sia per uso idropotabile sia per uso irriguo e che non sono prevedibili, allo stato, significative modificazioni del quadro meteo-climatico per la corrente stagione estiva”.
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Alla voce “servizio ausiliario di approvvigionamento con autobotti” 382 mln vanno nell’area di competenza di Umbra Acque, 511.196 per Vus: entrambi i budget per interventi già in corso. Sempre per le autobotti ma per un problema più specifico la fetta più importante del finanziamento: a Sii di Terni 1.255.219,40 euro per il “servizio ausiliario di approvvigionamento con autobotti per far fronte alla crisi idrica e alla necessità di miscelazione presso l’impianto di Montilo (problematica fluoruri). Si prevedono criticità fino a ottobre”. Altri 70 mila per “acquisto cisterne, pompe sollevamento acque e benefici a favore delle associazione di volontariato della Prociv e alle aziende zootecniche” in tutto il territorio regionale. Poi ci sono interventi strutturali e nuovi pozzi. Per il collegamento diretto tra il pozzo di Bovara ed un serbatoio nel comune di Trevi ecco 189.200 euro. A Spoleto per la rattivazione dei pozzi di San Nicolò e interventi di sicurezza collegati, 110.000 euro. A Giove 44 mila euro per il miglioramento dello sfruttamento del pozzo di Salvoline. E a Montiolo 198 mila euro per la realizzazione di un nuovo pozzo con relative opere di canalizzazione.
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L’ultimo rapporto dell’autorità di distretto dell’appennino centrale, aggiornato al 2 agosto, segnala un ulteriore peggioramento sul fronte siccità. “Nei primi 7 mesi del 2022 si registra un deficit idrico complessivo di circa il 50% , con una media per i mesi di maggio, giugno e luglio intorno al 70%”. Una situazione “ molto gravosa con notevoli conseguenze sulle disponibilità idriche per tutto il territorio regionale”. Il Trasimeno ora è a -144 cm e “si ricorda che -1.20 rappresenta la soglia di livello critico definito nel piano stralcio del lago”. Per l’invaso di Montedoglio “è ipotizzabile che per il termine della stagione irrigua si arrivi ad un valore residuo intorno ai 30 mln di mc, tenendo conto che il volume utile è inferiore di 10 mln di mc rispetto a quello disponibile. Questi valori risultano al limite per garantire un adeguato utilizzo plurimo della risorsa idrica”. La diga di Arezzo sul torrente Marroggia a Spoleto conferma “una disponibilità per l’utilizzo irriguo ridotto a circa il 15% per la mancanza di precipitazioni”. Le portate attuali del Tevere a Ponte Felcino e del Chiascio, alla chiusura del bacino a Torgiano, “hanno valori intorno a 1 mc/s risultando essere tra le portate minime storiche registrate” . Le portate delle sorgenti monitorate in continuo “confermano una situazione attuale e una tendenza critica collegata ad una ridotta ricarica, con valori dei deflussi similari ai precedenti anni siccitosi”. Il confronto con i fabbisogni previsti dal piano regionale acquedotti “valutati stimando una media delle perdite in rete del 20% rispetto ai valori attuali superiori al 40%” evidenzia un deficit di “470 litri al secondo alla data del 31 luglio (rispetto al valore stimato di 550 l/s) e di 860 l/s previsto alla data del 15 settembre. Il prelievo dai principali pozzi per uso idropotabile segnala uno scompenso complessivo delle portate disponibili che ammonta a 240 l/s. “Severità alta” è il grado valutato, “sia per le portate disponibili delle sorgenti e di quelle prelevabili dai pozzi idropotabili, sia più in generale per la situazione dei deflussi dei corsi d’acqua, che in particolare inoltre per i livelli idrici del lago Trasimeno e delle dighe di Arezzo e Montedoglio. In definitiva, “pur avendo adottato tutte le misure preventive, prevale uno stato critico non ragionevolmente prevedibile, nel quale la disponibilità della risorsa idrica non risulta sufficiente ad evitare possibili danni al sistema”, conclude il report. Legambiente Perugia lancia l’allarme sul Tevere “ormai ridotto allo stremo, si rischia il disastro ecologico. La Regione blocchi immediatamente gli attingimenti”.
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