Calcestruzzo: la norma EN 206 dovrebbe diventare il Testo Unico del settore

2022-08-12 11:11:24 By : Mr. cavin xu

In una recente sessione di interviste realizzate da INGENIO CA sulla qualità del calcestruzzo è emerso che vi sia un problema di controlli del calcestruzzo. Abbiamo deciso, sempre con l'aiuto di esperti del settore, di approfondire il tema. Ecco cosa è emerso dall'intervista a Andrea Terminio, della Beton Technology Srl. Andrea ha esperienza sia sul mercato del calcestruzzo italiano che svizzero, e quindi in grado di darci una visione ad ampio spettro sui temi trattati.

Calcestruzzo: cosa controllare in cantiere?

Andrea Dari: Il calcestruzzo è un materiale prodotto in modo discontinuo per cantieri che durano più giorni: nella tua attività di Tecnico che si occupa di controlli quale è il problema che si presenta, purtroppo, con maggiore frequenza e a cosa è dovuto ?

Nella nostra attività di controllo della qualità nell’ambito dei getti in cantiere, il dato che maggiormente si discosta da quanto qualificato in Centrale è indubbiamente il Rapporto acqua/cemento.

Bisogna specificare che la prova di cui stiamo parlando – la UNI 11201:2007 e seguenti, che è poi sostanzialmente simile alla SIA 262/1, Allegato H che si impiega in Svizzera – determina il contenuto d’acqua del calcestruzzo fresco, e non il contenuto di cemento. Pertanto, per il calcolo occorre disporre del dosaggio di cemento, dichiarato o – meglio ancora – del Ciclo di carico. E’ una verifica certamente determinante soprattutto in ambito Durabilità, anche se trovo davvero pochi laboratori sui cantieri che effettuano questa misura.

Probabilmente, è anche la misura maggiormente oggetto di contestazioni da parte delle Centrali di betonaggio, soprattutto da chi ragiona a senso unico in termini di resistenza alla Compressione e tralascia totalmente gli aspetti della Durabilità.

In questi casi, per verificare che la qualità corrisponda al rapporto acqua/cemento dichiarato, utilizziamo una Analisi indiretta, ovvero l’Impermeabilità all’acqua sotto Pressione (EN 12390-8). Anche la verifica del Contenuto di aria occlusa – nel caso di calcestruzzi in Classe di Esposizione “XF” – determina notevoli difficoltà per il mantenimento del “range” richiesto.

Sarebbe un grande successo – a mio modesto parere – ottenere l’esecuzione di Controlli completi su calcestruzzo fresco, tema sul quale mi batto da anni e dove purtroppo nemmeno nelle NTC è stato inserita l’obbligatorietà perlomeno a partire da determinate Classi di Resistenza o – cosa ancora piu’ importante – per le Classi di Esposizione piu’ restrittive.

Voglio ricordare – anche se probabilmente è inutile – che il calcestruzzo dovrebbe essere prodotto con un mescolatore, come in qualsiasi altro paese nel mondo, cosa che eviterebbe l’insorgenza di molteplici problematiche a noi ben note.

Andrea Dari: Che tipi di controlli in generi esegui in cantiere durante la fornitura di calcestruzzo e con che frequenze?

Il controllo del calcestruzzo eseguito in Cantiere è standardizzato sulle seguenti caratteristiche: - temperatura aria/calcestruzzo; - determinazione della Consistenza tramite Cono di Abrams o, in alternativa, Tavola di Spandimento, o ancora, Indice di Walz; (calcestruzzi tradizionali); - determinazione della Massa Volumica del calcestruzzo (con recipiente tarato da 8 litri di volume); - determinazione del Contenuto di aria occlusa; - determinazione del Contenuto di acqua e del rapporto acqua/cemento. A nostro parere, solo l’insieme di tutti i Dati del beton fresco è in grado di tenere sotto controllo gli scostamenti dovuti al caricamento, trasporto, eventuale attesa e messa in opera del materiale.

I controlli ci fanno inoltre meglio comprendere quanto incide sulle caratteristiche generali la modifica di dosaggio di un singolo Costituente. L’aumento – ad esempio – del solo additivo Aerante, introduttore di Pori d’aria di diametro controllato, è in grado non solo di modificare la percentuale di Aria nel conglomerato, ma puo’ aumentare la Fluidità della miscela e porterà inevitabilmente ad una diminuzione della Massa Volumica della stessa. Questi dati ci permetteranno quindi di riportare in Resa il calcestruzzo verificato.

E’ inoltre possibile – tramite un semplice calcolo sperimentale – sulla scorta dei dati verificati, calcolare la Resistenza a Compressione con buona approssimazione, in funzione naturalmente della tipologia di cemento utilizzato.

Andrea Dari: Per forniture importanti il tecnico addetto ai controlli dovrebbe essere sempre presente in cantiere quanto si getta?

Andrea Terminio:   

Per Cantieri importanti, la presenza del Tecnologo sul posto è indubbiamente determinante per tutta una serie di fattori.

Potrei portare ad esempio un Cantiere seguito a Copenaghen circa due anni e mezzo fa, con la Qualifica e i getti successivi di importanti quantitativi di calcestruzzo forniti sulla base delle Normative Danesi. Normative che – rispetto alle corrispettive Europee o Italiane – risultano certamente piu’ restrittive, in tema di Durabilità, in quanto la presenza contemporanea di Gelo e Sali disgelanti e dell’acqua di mare comportano Classi con Rapporti acqua/cemento maggiormente ridotti e la presenza imprescindibile dell’Aria, inserita in termini di micropori ad elevata percentuale.

Questo ha significato disporre in Cantiere di tutta l’attrezzatura per eseguire i Controlli di cui al Punto precedente, con in piu’ la variabile di decidere l’inizio dei getti in funzione delle temperature invernali (di concerto, evidentemente, con la DL). Le eventuali Difformità delle Forniture e le modifiche legate alle variazioni nei dosaggi di Superluidifcante/Aerante sono state gestite con la Centrale direttamente dal Cantiere. Le Analisi inerenti le Caratteristiche meccaniche e la Durabilità sono invece state affidate ad un laboratorio di Copenaghen 

Andrea Dari: Si eseguono controlli post getto per verificare la esecuzione corretta della stagionatura?

La stagionatura (o mancata stagionatura) è, ancora oggi, una tematica delicata e rappresenta una delle cause principali di problematiche post-getto.

Oltre al mantenimento della casseratura per le tempistiche prestabilite, il controllo riguarda sia l’applicazione nell’immediato di appositi sistemi di protezione – come l’utilizzo di Agenti di “Concrete Curing Compound” a spruzzo – piuttosto che l’applicazione di “tessuto-non-tessuto” o materassini termici – e infine la modulazione di una stagionatura “a umido” (tipico il caso delle Pavimentazioni con inserzione di Agenti Espansivi). Le verifiche successive si basano sul controllo in particolare del mantenimento (per il periodo sufficiente e concordato) di due di queste caratteristiche, come la copertura con teli/materassini e la stagionatura “a umido”. Vi sono casi dove il protrarsi della maturazione si rende necessaria, in particolare per parti d’opera di grande sezione oppure per Pavimentazioni a Ritiro controllato.

La verifica delle corrette tempistiche di mantenimento della stagionatura deve essere affidato a un Tecnico in possesso delle necessarie competenze nel Settore, in grado oltretutto di poter operare in maniera decisionale con Impresa e DL.  Tecnologia del calcestruzzo e normativa di riferimento: "Testo Unico del Calcestruzzo", sì o no?

Andrea Dari: Quanta conoscenza delle norme relative al controllo del calcestruzzo c’è tra chi opera nella filiera, dal produttore al tecnico?

Andrea Terminio:   

La conoscenza della parte Normativa è purtroppo frammentaria tra i diversi operatori del settore. Troviamo spesso notevoli competenze a livello di conoscenza tra i Tecnologi delle Centrali di betonaggio – soprattutto nei grossi Gruppi – mentre altrettanto non si puo’ affermare con i rappresentanti delle DL, anche se certo esistono valide eccezioni. Lo stesso discorso puo’ essere applicato agli Studi d’Ingegneria, dove verifichiamo ottime competenze ed esperienza, come pure una diffusa misconoscenza di parti a volte basilari.

Se ad esempio gran parte dell’interesse è tecnicamente rivolto alla corretta esecuzione di Cono di Abrams e confezione di provini cubici, già l’esecuzione in Cantiere di un Controllo su calcestruzzo fresco completo porta a manifestazioni di curiosità e a molteplici domande sull’esecuzione e sull’interpretazione dei risultati ad esso collegati. Le parti relative alle Norme che verifichiamo essere meno conosciute sono indubbiamente legate alle Analisi rivolte a determinare la Durabilità del calcestruzzo (anche se credo di ripetermi su questo aspetto).

L’eccessivo numero di Norme rivolte al medesimo argomento – come tratteremo in seguito – non facilita certo l’applicazione chiara delle stesse.

Andrea Dari: Troppe norme sul controllo del calcestruzzo? Si dovrebbe arrivare a un testo unico?

Andrea Terminio:   

Certamente; porto l’esempio – anche stavolta – di Normative impiegate in altri Paesi.

In Svizzera e in Danimarca si impiega solo l’ultima versione della Norma EN 206, implementata dagli Allegati Nazionali.

Ne consegue che tali Allegati, dove presenti, hanno cogenza nei confronti della Norma Europea di base. Significa che in caso di richieste piu’ restrittive in termini di Durabilità, valgono il Rapporto acqua/cemento e il Contenuto di Aria occlusa definiti negli Allegati Nazionali, perché redatti sulla base di Specifiche di quello Stato. Francamente, ritrovarmi a dover disquisire con vecchi Capitolati facenti riferimento alla UNI 9858, la EN 206, la UNI 11104, le NTC, le Linee Guida del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici…insomma, dal mio punto di vista, è una complicazione ulteriore per un Settore che ha bisogno di semplificazioni, non del contrario!

Dunque, sarebbe bastato studiare e concordare tra gli attori principali una serie di Allegati Nazionali a modifica della Norma di base, senza introdurre ulteriori Norme. Troppo semplice per questo Paese?...forse…ma sono convinto che un maggiore pragmatismo sarebbe d’aiuto per fare chiarezza.

Andrea Dari: C’è una norma per te assolutamente da aggiornare se non da cambiare?

Mi riallaccio al Punto precedente; la Norma EN 206, anche nella sua ultima Versione, sarebbe da modificare.

Ci sono due differenti branche che avrebbero grande necessità di essere implementate nella Norma, un po’ come avvenuto per i calcestruzzi per i Pali: 1) il settore “Prefabbricazione”; 2) il settore dello Spritzbeton o calcestruzzo spruzzato.

Nel primo caso, impiegando di prevalenza cementi Tipo CEM I 52.5 le Classi di Resistenza attualmente indicate risultano assolutamente inadeguate rispetto ai Rapporti acqua/cemento;

nel secondo, esiste sostanzialmente un mondo parallelo legato alle esigenze degli Spritzbeton, siano esse in configurazione per Lavori provvisori o definitivi. Non parlo, ovviamente della Norma che regola le modalità di esecuzione delle prove su lastre per i Fibrorinforzati o per le Resistenze meccaniche alle brevi stagionature, ma delle richieste complessive intese sia a livello di calcestruzzo fresco e indurito.

La EN 206, insomma, dovrebbe diventare una sorta di Testo Unico, imprescindibile nella conoscenza tecnica di Tecnologi, Ingegneri e Direzione Lavori. Infine, aggiungo una considerazione finale riferita alla tematica della Durabilità. La sola prescrizione di una Classe di esposizione non puo’ garantire – di per se’ – il raggiungimento della specifica, se non accompagnata da Analisi di laboratorio, quali la resistenza al Gelo e ai Sali disgelanti, la Carbonatazione Accelerata, la Penetrazione dei Cloruri, la Resistenza ai Solfati e cosi’ via. Molto ancora sarebbe da discutere, ma non intendendo tediare oltre i lettori di questa intervista termino qui la mia dissertazione.

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