L’ultimo «strategic concept» della Nato risale al 2010, era il periodo del tentativo di «reset» con Mosca della presidenza Obama, quando Medvedev sembrava il futuro moderato della Russia e non il generatore automatico di sparate folli di queste settimane. L’Alleanza si ritrova a partire da oggi a Madrid in uno scenario completamente diverso: la guerra è dentro l’Europa, il Cremlino è la minaccia numero uno e porta ad eclissare Pechino, che pure comparirà come «fattore di rischio strategico» nel documento finale. La strage nel centro commerciale ucraino di Kremenchuk (i russi hanno subito cominciato a spargere fake news, come con Bucha, come con tutto quello che riguarda l’aggressione all’Ucraina) potrebbe essere un terribile segnale che Putin ha deciso di terrorizzare la popolazione civile. Mentre la sinistra dem scalpita e se la prende (anche) con Biden, reo di non fare abbastanza dopo la cancellazione di Roe v. Wade, il prossimo fronte dello scontro sull’aborto riguarda i Big Data. Privacy, tracciamento, controllo: il futuro distopico è già qui? Stasera la politica americana ci «regala» altra suspence: la commissione sul sei gennaio è stata riconvocata per una testimonianza a sorpresa. Chi sarà? E cosa aggiungerà a quello che già sappiamo sull’assalto al Congresso? Buona lettura. La newsletter AmericaCina è uno dei tre appuntamenti de «Il Punto» del Corriere della Sera. Chi non è iscritto, potrà usufruirne per un periodo di prova di 30 giorni, registrandosi qui. Potete anche scriverci per osservazioni, domande e suggerimenti all’indirizzo: americacina@corriere.it
Staffetta tra G7 e vertice Nato. Nel pomeriggio di oggi i leader di Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Francia e Italia si trasferiscono a Madrid, dove si uniranno agli altri 24 partner dell’Alleanza Atlantica. La riunione inizia ufficialmente domani, ma le diplomazie sono già al lavoro.
Il Segretario generale, Jens Stoltenberg, ha anticipato ieri uno dei temi portanti: il potenziamento della forza di reazione rapida . È un contingente di 40 mila militari super addestrati, per altro mai mobilitato. Ora si passerà a uno schieramento di 300 mila unità: un vero esercito. La gran parte del personale verrà dislocata sul versante est , ai confini con la Russia e la Bielorussia. La mossa, chiaramente, contribuirà ad alzare la tensione tra il blocco occidentale e il Cremlino.
Il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg e la premier svedese Magdalena Andersson ieri a Bruxelles
La guerra con l’Ucraina ha imposto una drastica correzione della strategia . Joe Biden non intende inviare soldati Usa in Ucraina, ma vuole evitare che Vladimir Putin possa esondare, seminando ansie e allarme nei Paesi Baltici e in Polonia. Gli altri Stati dell’Alleanza si dovranno adeguare. Sarà anche il vertice in cui si discuterà dell’ingresso di Svezia e Finlandia . Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan continua a frapporre ostacoli, rimproverando ai due governi scandinavi di ospitare quei «terroristi» che spesso sono solo degli oppositori. Il presidente americano sta pensando di placare Erdogan, con un incontro bilaterale .
Infine il capitolo più strutturale . L’Alleanza aggiornerà lo «Strategic concept», il documento che traccia i programmi sul lungo periodo. La Russia resta la «minaccia più immediata», ma la Casa Bianca ha ottenuto di inserire anche la Cina tra i «fattori di rischio strategico» .
La Nato, con in testa gli Usa, continua a inviare armi in Ucraina, ma iniziano ad emergere dubbi sull’esito finale. Fonti ufficiose (anonime) hanno fornito alcuni spunti alla CNN: non è certo che Kiev sia in grado di riconquistare in futuro il terreno perduto ; il materiale bellico è importante, però non basta e viene consumato ad alto ritmo; il presidente Zelensky dovrà ridefinire il concetto di «vittoria» .
Il presidente ucraino Zelensky ieri in collegamento con il G7
Ora sono indiscrezioni bilanciate da quanti nell’amministrazione Usa ritengono che alla fine sarà la Russia ad uscire logorata dal conflitto . È tuttavia evidente che vi sono due correnti di pensiero su come proseguire nella crisi, tra chi è pronto a continuare ad oltranza e chi invece ritiene sia necessario un compromesso. Sono comunque segnali non positivi per la resistenza .
Mosca ha dato la sua versione sul centro commerciale ucraino distrutto dai missili: il complesso di negozi nascondeva in realtà un deposito militare. I russi, nell’arco di pochi giorni, hanno lanciato tra i 60 e gli 80 cruise colpendo in modo indiscriminato il territorio nemico.
Dal campo arrivano nuove segnalazioni su bombardamenti in profondità da parte dei «difensori», azioni nelle retrovie degli invasori . L’ipotesi è che siano usati i sistemi più moderni garantiti dalla Nato (compresi i lanciarazzi a lunga gittata Himars).
Operazione marketing . In Ucraina hanno raccolto con una colletta pubblica i fondi necessari all’acquisto di tre droni d’attacco di fabbricazione turca TB2. L’azienda, però, ha deciso di fornirli senza farsi pagare. I velivoli in questione hanno avuto un grande successo e sono stati esportati in oltre 20 paesi.
I soccorsi sono andati avanti tutta la notte
L’incendio seguito all’esplosione ha divorato tutto il centro commerciale , ma le travi di cemento armato che reggevano il tetto sono state schiantate dall’impatto della bomba . Un ordigno sganciato da un aereo ad alta quota contro un centro commerciale affollato di civili . Kremenchuk era stata già colpita da missili russi in aprile e dieci giorni fa era toccato a una raffineria sul fiume Dnipro, non molto lontano.
Il bombardamento di ieri, però, è qualcosa di dive rso . Diciannove vittime accertate, con 58 feriti, è il bilancio di una strage. L’Ucraina si è svegliata questa mattina con in testa un’altra paura oltre a quelle che già le toglievano il sonno: davvero Putin ha deciso di bombardare i civili? Ed è disposto a farlo ovunque si trovino, in qualunque momento della giornata, mentre dormono nei loro letti in una città lontana dal fronte (è successo domenica a Kiev) o mentre fanno la spesa in un luogo dove la gente è sfollata per sentirsi al riparo (come a Kremenchuk).
Due le ipotesi. La prima quella del «danno collaterale» . La Russia per guidare i suoi missili non usa il sistema Gps che abbiamo anche sui nostri telefonini, ma la sua propria rete di satelliti di origine sovietica denominata Glonass che sta per Globalnaya Navigazionnaya Sputnikovaya Sistema. Il Glonass non ricevette sufficienti finanziamenti e invece di mandare in orbita gli 80 satelliti necessari, ne ha appena il 20% attivi. Ciò comporta che se pure il sistema di navigazione del missile non fallisce, riceve informazioni dal satellite approssimative e il risultato sono errori grossolani come questo di Kremenchuk. Se così fosse, la strage del centro commerciale andrebbe catalogata come «danno collaterale».
La seconda ipotesi è che sia cominciata la campagna di terrore russa . Vedendo possibile la conquista del Donbass e temendo l’arrivo dei nuovi sistemi d’arma occidentali che potrebbero permettere una riconquista ucraina, Mosca avrebbe deciso di applicare la tattica dei V2 tedeschi. I missili di Hitler colpivano Londra senza obbiettivi prefissati con l’unico scopo di fare morti e feriti e indebolire così il fronte interno britannico . I bombardamenti sui civili sono parte della guerra da sempre, sono diventati routine nella Seconda Guerra Mondiale (Dresda era lontana dal fronte) e le atomiche su Hiroshima e Nagasaki sono state il culmine di questa aberrazione .
Bambini tra le macerie dei raid tedeschi su Londra
Resta da comprendere il paradosso comunicativo russo. Se Mosca annunciasse la volontà di applicare la strategia del terrore, sarebbe più efficace nei confronti della popolazione e la pressione politica sul presidente Zelensky per porre fine alle ostilità crescerebbe anche meno missili. Invece l’armata russa insiste nel sostenere che non bersaglia civili. Un’affermazione evidentemente falsa, alla luce dei crimini commessi in più parti del Paese , ma che serve a confermare la narrativa interna alla Federazione sull’operazione militare speciale come un intervento di soccorso alle popolazioni filorusse.
Una manifestazione in difesa del diritto all’aborto ieri a Denver
La sentenza della Corte Suprema che cancella il diritto delle donne ad abortire e consente a 26 Stati dell’Unione di dichiarare un crimine l’interruzione della gravidanza riporta l’America indietro di mezzo secolo: torneranno gli aborti clandestini, pericolosi e segreti? Una differenza fondamentale da quel passato ormai remoto è che gli aborti continueranno ad essere praticati legalmente in metà del Paese. Avremo, insomma, le migranti alla ricerca di cliniche che le accolgano.
Un’altra differenza è che viviamo ormai in un’era tecnologica nella quale i grandi operatori digitali raccolgono dati su tutto e tutto tracciano, vendendo poi, a fini commerciali, i dati sui nostri movimenti e comportamenti . Lo sappiamo da tempo: qualcuno non se ne cura, qualcuno si indigna ma non sa come sottrarsi. I più lo vedono come un abuso mercantilista.
La battaglia dell’aborto fa emergere che quello del tracciamento e della raccolta a tappeto dei dati personali degli utenti è un problema ben più serio: negli Stati nei quali l’aborto sta diventando un crimine, la magistratura potrà chiedere alle piattaforme digitali dati di vario tipo — visite nelle cliniche degli aborti, semplici contatti o avvicinamento a queste strutture, acquisto di pillole abortive, ritiro dei flaconi, applicazioni che registrano i cicli mestruali e altro ancora — per individuare e perseguire le donne residenti sospettate di aver abortito, anche in un altro Stato .
Non si tratta di rischi ipotetici: già a maggio 40 parlamentari democratici chiesero a Google di smettere di raccogliere dati di localizzazione proprio in previsione di una cancellazione del diritto di abortire , nell’aria ormai da tempo. Ora, mentre alcune società specializzate stanno sospendendo spontaneamente la vendita dei dati, la senatrice Elizabeth Warren ha proposto una legge che vieti la vendita di dati di localizzazione e dati sanitari , salvo alcuni casi particolari.
E 16 senatori progressisti hanno sottoscritto una petizione nella quale chiedono alla Federal Trade Commission, l’agenzia federale che sorveglia la correttezza delle pratiche commerciali, di bloccare raccolta e diffusione di questi dati. Non è così facile : quello di profilare i comportamenti individuali è un business ricchissimo e i dati vengono venduti con incredibile facilità non solo alle società commerciali, ma anche alla politica (per individuare bacini di elettori potenziali) e, come hanno dimostrato le inchieste del gruppo Vice Media, perfino ai vigilantes antiaborto che vanno a caccia di donne da denunciare perché stanno cercando di interrompere la gravidanza .
Motherboard, uno dei siti di Vice, ha chiesto a tutti i big del web e delle telecomunicazioni, da Facebook a TikTok fino a Verizon e AT&T, come si comporteranno se verranno chiesti loro dati «sensibili». Quasi tutti hanno evitato di rispondere . Twitter e Snapchat hanno detto, genericamente, che cercheranno il giusto equilibrio tra rispetto della privacy degli utenti e rispetto delle leggi in vigore.
Il problema, a detta dei giuristi, è che, negli Stati nei quali l’aborto sarà illegale, per queste aziende sarà pressoché impossibile sottrarsi a richieste perentorie relative a un’indagine penale che arriveranno sotto forma di citazioni (subpoena) o, addirittura, di mandati di perquisizion e. La difesa? Alle donne viene suggerito di cancellare le app sul ciclo mestruale (meglio tornare al vecchio e caro diario) e anche l’attivazione del cellulare via riconoscimento facciale: in tribunale ci si può rifiutare di fornire un codice di accesso ma non ci si può rifiutare di accendere lo smartphone.
I più sofisticati usano piattaforme che usano sistemi di criptaggio che impediscono anche a loro di leggere i messaggi degli utenti. È il caso di Telegram e, in teoria, anche di Whatsapp. Salvo che spesso una copia di questi messaggi rimane archiviata nel cloud e da lì può essere decrittata.
Gli europei di centrosinistra che si lamentano, spesso a ragione, degli errori strategici e delle divisioni interne della loro parte politica, hanno almeno una consolazione: non sono messi male come i loro colleghi americani. Perché il frutto immediato della clamorosa sconfitta democratica — la cancellazione da parte dei giudici repubblicani della storica sentenza che nel 1973 legalizzò l’aborto — è una serie di attacchi contro Joe Biden .
Biden stamattina in partenza da Monaco verso Madrid
Non contro Trump che ha mandato tre giudici di estrema destra alla Corte con i voti dei senatori repubblicani, non contro il leader repubblicano McConnell al Senato , maestro di ostruzionismo, che ha forgiato la strategia sulla Corte (sfilando una nomina a Barack Obama che ne aveva diritto e aspettando l’elezione di Trump prima di sbloccarla). No, il problema è Biden. È vero che 31 anni fa, quand’era senatore, lasciò massacrare — in nome di una bipartisanship che oggi pare grottesca — la testimone che accusava di molestie l’allora candidato alla Corte Suprema Clarence Thomas, la cui nomina passò 52-48 e che ancora oggi punisce i progressisti ogni volta che scrive una sentenza. Ma a meno che la sinistra americana riesca a inventare una macchina del tempo per rimandare Biden nel 1991, è una battaglia persa.
Sull’agenda 2022 della sinistra democratica c’è l’allargamento della Corte Suprema : vorebbero che Biden nominasse altri 4 giudici facendo saltare lo schema dei nove magistrati stabilito nel 1869. Ammesso che sia legalmente fattibile e tecnicamente praticabile, il «court-packing plan» non riuscì a Franklin Delano Roosevelt negli anni ’30 quando la Corte bocciava le sue iniziative per il New Deal . Sognare che Biden alla vigilia di una quasi certa sconfitta alle elezioni parlamentari di novembre e con una non-maggioranza (50-50 con la vicepresidente Harris che vota in caso di parità) al Senato demolisca 153 anni di precedente pare inutile , senza contare che a quel punto il prossimo presidente repubblicano, magari Trump o il governatore della Florida DeSantis, non aggiungerebbe altri quattro giudici alla Corte, ma magari direttamente quaranta.
Altra idea: codificare adesso una legge sull’aborto utilizzando la risicatissima maggioranza parlamentare (sperando che la Corte Suprema non la abbatta)? Possibile, ma non tocca a Biden. L’impeachment al giudice Thomas , che ha oggettivamente coperto le attività eversive della moglie, tra gli organizzatori del fallito golpe del 6 gennaio 2022? Nessun giudice supremo è mai stato rimosso dal Senato, l’idea che McConnell dia ai democratici i voti (2/3 del totale) per farlo pare fantasioso.
Che fare? Banalmente, non perdere il voto di novembre e rimandare Biden alla Casa Bianca nel 2024, sperando che prima o poi qualche giudice repubblicano lasci la carica (a vita). Ci vorranno decenni? Probabile. Ma anche a cancellare Roe v Wade i repubblicani di anni ne hanno impiegati 49.
La deputata Ocasio-Cortez durante una manifestazione nei giorni scorsi a Manhattan
«Procurati per posta una pillola abortiva. È un metodo sicuro ed efficace per interrompere una gravidanza di meno di 11 settimane. E proteggi la tua impronta digitale online». Seguono consigli: per ordinarla online usare una vpn (cioè una connessione secondaria che «mascheri» la primaria). Cancellare le app in cui si monitora il ciclo , perché un giudice potrebbe richiedere loro i tuoi dati per ricostruire se sei incinta. Pagare con carte prepagate. Usare browser anonimi come DuckDuckGo. E così via. Rivolgersi ad associazioni di attiviste come Aid Access; comperare preventivamente una pillola abortiva da tenere in casa, se dovesse servire.
Consigli come questi , da dopo il rovesciamento della storica sentenza Roe v. Wade che di fatto legalizzava l’aborto negli Stati Uniti, si moltiplicano online sui siti di attiviste e militanti. Ieri sono comparsi anche sul seguitissimo profilo Instagram di Alexandria Ocasio-Cortez , la più giovane tra i deputati degli Stati Uniti: «Disobbedire a una legge ingiusta è giusto», ha chiosato lei in un post, condiviso milioni di volte.
Ocasio-Cortez è tra i volti del movimento abortista, e nei giorni scorsi ha partecipato a un corteo di protesta a Manhattan raccontando anche della violenza sessuale subita dieci anni fa : «L’unica consolazione che avevo era che in caso di gravidanza avrei potuto scegliere». Nelle sue stories Instagram, la parlamentare parla anche del Forced Birth Movement: il «movimento per la costrizione al parto» .
Di cosa si tratta? Questo modo di dire, invalso negli ultimi anni, non si riferisce semplicemente al movimento pro-life , cioè agli antiabortisti di tutto il Paese. Ma alla sua frangia violenta : attacchi alle cliniche abortiste, minacce alle donne che ci entrano, insulti e intimidazioni. Atti di questo genere, spiega Ocasio-Cortez, sono aumentati del 128% negli ultimi 12 mesi.
La lotta per (o contro) l’aborto è anche, da tempo, una battaglia linguistica . Gli antiabortisti si definiscono «pro-vita»; gli abortisti «pro-scelta»; embrioni e feti vengono definiti «embrioni» o «feti», semplicemente, o «babies with a beating heart» , bambini con un battito cardiaco; il crescendo emotivo dei termini è sempre più estremo. Impedire di abortire, del resto, implica costringere a partorire: di qui il termine «Forced Birth», molto chiaro nella sua crudezza.
(Massimo Gaggi ) Un tentativo di ravvivare l’attenzione degli americani che non sembrano mostrare grande indignazione per il ruolo di Trump e dei suoi uomini nell’assalto al Congresso del 6 gennaio 2021 o un vero colpo di scena ? La decisione della Commissione parlamentare che indaga sui tragici eventi di un anno e mezzo fa (oltre a mettere in pericolo la democrazia americana, l’incursione delle aule di Capitol Hill si concluse con cinque morti ) di convocare un’audizione straordinaria oggi alle 7 di sera ora italiana dopo che i lavori erano stati aggiornati a metà luglio, suscita curiosità e una certa eccitazione. I membri della Commissione hanno mantenuto il segreto sulle «nuove prove» che giustificano il repentino cambio di programma.
Durante l’indagine e nei primi hearing pubblici sono emersi molti elementi nuovi. Ed è proprio per riordinare il materiale che i commissari avevano deciso di sospendere le udienze pubbliche che riprenderanno tra due-tre settimane seguendo due filoni specifici: in primo luogo un approfondimento delle responsabilità delle milizie di estrema destra , soprattutto gli Oath Keepers e i Proud Boys trumpiani, nell’organizzazione dell’assalto; e, poi, la ricostruzione delle mosse di Trump durante quell’incursione , visto che l’ex presidente per ben 187 minuti non ha lasciato tracce digitali, né nei registri dove viene segnalato tutto quello che avviene nella Casa Bianca.
Il sito Politico.com sostiene che l’audizione di oggi sarà basata soprattutto su una nuova testimonianza di Cassidy Hutchinson , ex assistente del capo di gabinetto di Trump alla Casa Bianca, Mark Meadows. La Hutchinson aveva già testimoniato in Congresso qualche settimana fa fornendo indicazioni originali: ad esempio sulla consapevolezza, da parte dei legali del presidente, che la procedura immaginata per bloccare la proclamazione della vittoria di Biden era illegale . Ora la Hutchinson – che nel frattempo ha cambiato avvocato, passando da un legale della Casa Bianca a uno vicino all’ex ministro Jeff Sessions che fu insultato e giubilato da Trump – potrebbe essere disposta a dire molto di più. E potrebbero spuntare anche altri testimoni.
In coda per un test a Pechino
In Europa si discute sull’opportunità di continuare a indossare per qualche settimana la mascherina sui mezzi pubblici. In Cina le autorità stanno preparando una nuova «normalità sanitaria» : fondata su tamponi continui (ogni 72 ore) per la popolazione delle grandi città, quarantene (non fiduciarie come da noi) per i positivi e i loro contatti e lockdown per spegnare i focolai .
Per quanto può andare avanti questa lotta continua al coronavirus? «Il piano prevede cinque anni», ha scritto ieri il Beijing News che riferiva il rapporto sulla «prevenzione e controllo» presentato dal segretario del Partito comunista di Pechino, Cai Qi. I venti milioni di abitanti di Pechino sono entrati in fibrillazione , i social network hanno cominciato a ribollire di ansia e frustrazione : si è aperto un dibattito intorno alla paura che la Tolleranza Zero per i contagi da Covid-19 (resa impraticabile dalle varianti del virus, sempre più contagiose) sia senza fine.
«Durerà per sempre», «Impazziremo tutti» , «L’unica soluzione è andarsene dalla Cina» ha cominciato a commentare il popolo del web. Grande dibattito intorno all’hashtag #Runxue , parola nuova che significa «studiare come fuggire» o «filosofia della fuga» (ne abbiamo parlato qui ieri). Nel tardo pomeriggio di ieri Beijing News ha cancellato il riferimento ai cinque anni di durata del piano, senza dare spiegazioni.
Potrebbe essere stato un errore di un redattore, tradito dall’abitudine delle autorità di presentare raffiche di «piani quinquennali». O potrebbe essere stato un ripensamento immediato delle autorità , vista la confusione e lo psicodramma creati dalla dichiarazione. Oggi il governo cinese ha annunciato che la quarantena per chi arriva in Cina dall’estero sarà ridotta a 7 giorni di osservazione sanitaria in un Covid Hotel, seguita se tutto va bene da altri tre giorni di clausura nel proprio domicilio.
La zona dove è stato trovato il camioncino bloccata dalla polizia
(Irene Soave) Morti nel rimorchio di un tir, poco dopo il confine tra Messico e Stati Uniti che erano riusciti a passare, già in Texas. Le forze dell’ordine di San Antonio, nel Sud dello Stato, li hanno trovati «caldi al tocco» cioè morti per colpo di calore, disidratazione, inedia . Altre 16 persone che erano nascoste nel rimorchio del camion, in teoria refrigerato ma il cui impianto di raffreddamento era rotto, o spento, ne sono stati estratti vivi e sono stati portati in ospedale. Tra loro ci sono bambini . Non è ancora chiaro da quanto tempo fossero lì — e da quanto i loro compagni di viaggio sono morti.
Il camion, abbandonato in una radura a circa 225 km dal confine, è stato trovato lunedì sera. A dare l’allarme un operaio di un vicino stabilimento: ha sentito urla di aiuto e si è messo in cerca di persone da salvare. Poco dopo ha trovato il camion, abbandonato . Le porte del rimorchio erano forzate e parzialmente aperte. Una persona era riuscita a uscire, e gridava. Poi l’arrivo delle autorità. Polizia, vigili del fuoco, il sindaco di San Antonio che parla di «orrenda tragedia umana» . A ora tre persone sono state fermate , e non è chiaro se tra loro ci sia il conducente del camion.
Il camion di San Antonio si è rapidamente trasformato in una battaglia politica : il governatore repubblicano del Texas, Greg Abbott, aveva pubblicato proprio ieri mattina, prima del ritrovamento, le statistiche degli arresti di migranti illegali nello Stato, grazie alla sua amministrazione. E poco dopo l’incidente ha invitato i cittadini«a dare la colpa di queste morti a Biden, e alla sua irresponsabile politica delle frontiere aperte».
Quella di San Antonio è tra le peggiori tragedie di confine . Lo scorso agosto morirono in dieci, con venti feriti, in un incidente del camioncino che li trasportava, nella stessa regione; a marzo 2021 un camioncino stipato di migranti nascosti ebbe un frontale con un Tir in California del Sud, con tredici morti; e così via all’indietro, con cadenze quasi semestrali. Solo nel 2017 si ricorda un precedente lontanamente simile: un tir con duecento migranti a bordo fu fermato nel pieno di un’ondata di caldo. A bordo già dieci erano morti, in trenta finirono in ospedale, per l’autotrasportatore che li portava fu deciso l’ergastolo . Ora il nuovo record di San Antonio e un’estate tragica in vista: le autorità si aspettano che il caldo e la crisi economica spingeranno a partire un numero senza precedenti di disperati.
(Guido Olimpio) Abu Hamza al Yemeni, dirigente della piccola fazione qaedista Hurras al Din, è stato ucciso da un raid americano nella regione di Idlib, Siria . Il militante era a bordo di una moto quando è stato preso di mira da un drone. Tirati almeno due missili.
Un drone Usa nel Nord della Siria
Fonti locali avevano segnalato presenza di un velivolo nelle ore precedenti, probabile che fosse «in caccia», aspettando che il bersaglio lasciasse il suo rifugio. Gli Usa hanno condotto una campagna sistematica contro il gruppuscolo formato essenzialmente da volontari stranieri e rimasto fedele alla casa madre di al Qaeda . Molti capi sono stati eliminati grazie anche alle informazioni fornite dalla guerriglia siriana.
Le operazioni come questa sono composte da fasi : la ricerca del target, l’analisi del suo «sentiero di vita» (abitudini, punti d’appoggio, eventuali contatti, percorsi), l’identificazione precisa — anche se non mancano errori —, infine l’attacco.
(Guido Santevecchi) L’Iran ha presentato domanda di entrare nei Brics, l’associazione che raggruppa dal 2009 i «Paesi emergenti»: Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa . Mosca esulta per la mossa di Teheran, che detiene le seconde riserve di gas al mondo . «Mentre gli Stati Uniti pensano a divieti e sanzioni rovinosi per il mondo, Iran e Argentina chiedono di aderire ai Brics», ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo.
Buenos Aires non ha commentato immediatamente, il presidente Alberto Fernandez è in viaggio in Europa, ma negli ultimi giorni ha espresso la volontà di entrare nel gruppo degli emergenti. Nel vertice in teleconferenza presieduto la settimana scorsa da Xi Jinping, i cinque Brics si sono proposti come contrappeso al fronte occidentale guidato da Washington : Vladimir Putin ha parlato di un progetto per uno spazio monetario comune in contrapposizione al dollaro americano.
Putin all’incontro virtuale dei Brics, presieduto dalla Cina
L’acronimo Bric fu coniato nel 2001 per descrivere l’ascesa economica di Brasile, India, Russia e Cina da Jim O’Neill, allora chief economist di Goldman Sachs. I Bric si costituirono formalmente nel 2009, con un vertice tenuto a Mosca; nel 2010 si aggiunse il Sud Africa e i Bric guadagnarono una s . L’adesione di Iran e Argentina aiuta Putin a sfuggire all’isolamento e Xi a riproporsi come leader di uno schieramento alternativo all’Occidente : la Cina è l’economia di maggior peso nei Brics, con il 70% dei suoi 27.000 miliardi di Pil aggregato (il 23% di quello mondiale); l’India vale il 13%; Russia e Brasile circa il 7%, secondo i dati del Fondo monetario internazionale.
Almeno avrà un processo, con una data di inizio e una fine. Ma il destino di Brittney Griner, arrestata in aeroporto all’inizio dello scorso marzo per detenzione di olio di hashish e accusata di traffico internazionale di droga, non dipende certo da una sentenza . La detenzione preventiva di una delle più famose giocatrici di basket americane , testimonial della Nike, impegnata nelle lotte civili, prima campionessa a dichiararsi apertamente gay, è stata allungata già tre volte. E potrebbe essere detenuta in attesa di giudizio fino a un massimo di 18 mesi.
L’apertura del processo, e la riapparizione in pubblico di Griner, significa invece che la trattativa sta andando avanti . Perché fin dal giorno del suo arresto, con un capo di accusa sproporzionato (arrivava dagli Usa, dove l’olio di hashish è legale), è apparso chiaro che l’atleta americana sarebbe diventata una pedina di scambio .
Un mese fa i media russi scrissero che erano in corso trattative per uno scambio tra Griner e il trafficante d’armi Viktor But detenuto nello Stato americano dell’Illinois . Nessuno immaginava che la contropartita russa potesse essere questo personaggio dai contorni romanzeschi. But, 55 anni, è stato arrestato il 6 marzo 2008 in Thailandia e poi estradato negli Usa dove è stato riconosciuto colpevole di aver venduto armi alle Forze armate rivoluzionarie della Colombia .
I media occidentali lo chiamano «il barone delle armi» e i servizi segreti americani lo considerano uno dei più grossi trafficanti del mondo . Ex interprete militare, dopo lo scioglimento dell’Urss si era messo in proprio occupandosi di trasporti aerei commerciali nella Repubblica sudafricana e poi negli Emirati Arabi.
A metà degli anni ’90 venne associato alle forniture illegali di armi in Afghanistan e in una serie di Paesi africani . Non mancano i sospetti e le accuse su contrabbando di diamanti e riciclaggio del denaro. Alle sue gesta è ispirato il personaggio interpretato da Nicolas Cage nel film Lord of war . Non importa se i due prigionieri hanno profili ben diversi. Nella logica del Cremlino, uno vale uno. Anche per questo Griner è stata colpita da una accusa pesantissima. Per accrescere il suo valore.
Buona giornata e coraggio! A domani, Marilisa Palumbo