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TORINO - Se Juric fosse stato in campo a metà pomeriggio, non avremmo potuto udire le sue urla: ma mancavano ancora due ore al raduno del Torino al Fila. Rumore assordante, due camion betoniere in funzione, uno con la gru che si alzava e abbassava ripetutamente. Materiale per l’edilizia all’interno del cortile del Filadelfia: attenzione a non inciampare. Furgoni in movimento, operai al lavoro nel centro sportivo. E vele rotte oscillanti nel cielo. Perché tirava vento, a Torino: parecchio. E così il sistema antispie di vecchia fattura (estate scorsa), con un ampio numero di teloni sbrindellati e parecchi buchi nel castello metallico a forma di gruviera, sfornava immagini non esattamente bucoliche. Un cantiere aperto, insomma. Non esattamente le condizioni... ideali per accogliere Juric, tanto più dopo tutto quello che è successo in Austria e a fronte di un mercato che resta sempre tremendamente complicato tra ritardi, beffe e crescenti preoccupazioni. Ma è per il caldo che l’allenamento dei granata (il primo a Torino dopo le tre settimane di ritiro in Austria, l’amichevole a Nizza e i due giorni di riposo) si è svolto solo nel tardo pomeriggio: non per colpa dei camion.
Juric aveva chiesto a maggio (sull’onda delle ripetute pretese della scorsa stagione, solo parzialmente o temporaneamente soddisfatte) di poter tornare ad allenarsi in un Fila finalmente ultimato. Con le sale mensa e relax già perfettamente funzionanti (sono quasi pronte, comunque) e le nuove anti-spie montate. Ci sono poi anche i ruderi Anni 20 da mettere in sicurezza al più preso, data le loro condizioni fatiscenti.
Pro memoria: gli accordi tra Cairo e Beretta quanto alla suddivisione delle spese per la realizzazione delle sale mensa e relax (grossomodo: 200 mila euro a carico del Torino e il doppio in capo allo storico sponsor granata) risalgono all’estate del 2020. Possibile che non si potessero avviare i lavori in precedenza? In due anni, di tempo ce n’era eccome. E le vele sbrindellate? Da sostituire inderogabilmente entro il 12 agosto, aveva ufficialmente comunicato a gennaio (quindi ben più di 6 mesi fa) la Commissione di vigilanza del Comune (rischi quanto alla staticità della struttura metallica). Eppure sono ancora lì. Ed è sempre in alto mare, per ora, l’installazione di quelle nuove (contrapposizioni e polemiche tra il Torino e la Fondazione Filadelfia su chi debba pagare il disturbo).
Intanto al Robaldo, il leggendario centro sportivo per il vivaio ancora tutto da costruire (una telenovela che perdura da oltre 5 anni!), sono comparsi diversi striscioni di contestazione contro Cairo. Mentre si attende sempre di capire dove giocherà in campionato la Primavera, l’anno scorso esiliata a Biella.