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Inutili i tentativi di salvarlo con il massaggio cardiaco. A Capaci domenica il mare era mosso e sulla spiaggia c’era bandiera rossa
Palermo - Luca è annegato a 22 anni. Se l’è inghiottito il mare che ha sfidato non per incoscienza, ma per salvare un amico. Luca ha pagato con la vita il suo gesto di altruismo. E ora papà Calogero e mamma Maria Rosa piangono il loro unico figlio che non c’è più. Al suo funerale nella chiesa Maria Santissima delle Grazie a Torretta, piccolo paese in provincia di Palermo, gli amici si sono presentati in jeans e t-shirt bianca, simboli di giovinezza e innocenza. «È stato un eroe», ripete chi lo ha conosciuto ed era con lui il giorno della tragedia. Sono stati gli amici a portare in spalla il feretro lungo la strada che conduce alla chiesa.
Tre cani bagnino salvano 14 persone
C’era il mare grosso domenica mattina a Capaci, di fronte la spiaggia libera. Luca era in compagnia della fidanzata e di alcuni amici. Stava dormendo dentro una piccola tenda che avevano montato per ripararsi dal sole. Lo hanno svegliato le urla degli altri ragazzi. Uno di loro si è tuffato nonostante le onde spinte dal Maestrale. Le bandiere rosse dei lidi vicini segnalavano il pericolo. L’amico ha iniziato ad annaspare. Le correnti rendono il fondale irregolare in alcuni punti. Si sprofonda senza accorgersene. Luca si è tuffato in soccorso dell’amico che è ancora sotto choc. Stessa cosa ha fatto un altro ragazzo che ha capito subito di non potercela fare ed è rientrato a riva. Luca, invece, ha deciso di andare avanti, di tentare l’impossibile.
Nel frattempo sono intervenuti i bagnini di due lidi vicini. Sono riusciti riportare a riva l’amico, mentre per il ventiduenne non c’è stato nulla da fare. È stato sopraffatto dalle onde. Inutile il lungo tentativo di rianimarlo con un massaggio cardiaco praticato da Gennaro Torrente, bagnino esperto che conosce i pericoli del tratto di mare che ha risucchiato altre vite: «È un tratto insidioso. Non sono solo le onde che fanno paura, ma la corrente che ti trascina a largo e non ti fa più rientrare». Quando sono arrivati i sanitari del 118 e gli uomini della Capitaneria di porto il ragazzo era già morto.
L’amico che Luca ha cercato di mettere in salvo sarà sentito dai carabinieri della stazione di Capaci che stanno cercando di ricostruire l’esatta dinamica della tragedia di domenica mattina. «Ne ricordiamo la sua dolcezza, la sua bontà, la sua educazione e il rispetto per il prossimo», dice Antonino Guercia, presidente di «Una Goccia nell’oceano», associazione che Luca ha frequentato per anni e che si occupa di volontariato in favore di anziani e disabili. È qui che Luca ha imparato a essere generoso e disponibile con gli altri. «Dio ti stringa tra le sue braccia e stia accanto alla tua famiglia — si legge sulla pagina social dell’associazione — affinché gli dia il coraggio e la forza di affrontare questa tragedia che non avremmo mai voluto sentire».
Da poco aveva trovato lavoro
Ne serve tanto di coraggio alla mamma e al papà di Luca, lui impiegato in una ditta dell’indotto di un grosso impianto di calcestruzzo e lei in una pizzeria. Avranno il supporto di un’intera comunità. Luca amava il mare e le passeggiate nei boschi, la moto e la fotografia. Aveva da poco trovato lavoro e aspettava di iniziare una nuova avventura, di diventare grande. Non ha fatto in tempo. Un sogno per un ragazzo siciliano della sua età spezzato dalle onde che hanno inghiottito la sua giovinezza.
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